E’ inutile, le contrapposizioni ci piacciono. Siamo fatti anche di questo. Conflitti, battaglie, argomentazioni a favore di e contro qualcuno qualcosa. Eppure qualcosa, spesso ci sfugge…proprio il dialogo tra rotture, tra posizioni apparentemente distanti produce risultato. Ed oggi vorrei affrontare una delle “scaramucce” che si vivono nel web, più precisamente nel marketing. La grande guerra tra foto e video. Pare che il mondo online stia vertendo sull’immagine dinamica, sul video, sul racconto. Pare che susciti emozioni profonde e direbbero i Guelfi del video: “Più profonde delle foto, quindi più produttive!”
“Giammai”-tuonano i ghibellini foto-sostenitori- “Nulla potrà mai sostituire l’arte dell’immagine! Ma è ormai per pochi eletti!”
Eppure…. Proviamo ad indagare quali siano le sollecitazioni profonde provocate dall’una e dall’altra faccenda.
Video. Storia, racconto, personaggi, vissuti, intrecci. Significati profondi a profusione, che vanno sfamare le nostre più represse pulsioni. A livello educativo tantissimi aspetti positivi: ritornare, risentire …. riprovare, mettersi nei panni di… E non da ultimo…. Portano suono, nella maggior parte dei casi, e l’audio ha per TUTTI ma proprio TUTTI una connotazione emotiva, conscia o inconscia che sia. Perciò ogni movimento è una danza continua tra percezione e riflessione sul ciò che sta succedendo e questo suono è ben situato, ben studiato. Ripercorrere è l’aspetto più importante, la ricorsività del video, il poterlo guardare e riguardare vivendo tutte le volte una nuova storia.
E le foto.
Silenzio. Il tempo si ferma. L’immagine canta il suo mutismo. La foto provoca con forza e gentilezza, non ribatte, non s’impone e li… con tutti i suoi particolari che inducono ad uno “stare con sé stessi” diverso.
Inchiodano le emozioni in un istante che si fa eterno e riescono davvero a far pensare il pensiero.
Perciò…. Perché combattere una guerra senza senso? Sarebbe meglio afferrare i due pennelli, quello grosso, con setole decise, sicure di sé per tutto ciò che è narrazione di vita. E quello più fine, calibrato, gentile e fecondo di riflessione, critica e libertà di interpretazione per realizzare il nostro quadro, che tra staticità e movimento, racconta il nostro prodotto, quindi…. Chi siamo.
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